Il progetto sarà completato nel 2019 con altri punti di osservazione

Raccontare il mar Mediterraneo e tutti i suoi “segreti” attraverso delle “barche” multimediali
nel centro storico di Marzamemi. Si intitola “Through the sea” ed è un progetto nel progetto,
ovvero la scelta di portare fuori dai laboratori e dalle aule universitarie e far conoscere le
importantissime ricerche in ambito archeologico sottomarino (Marzamemi Maritime Heritage
Project) che da 5 anni stanno portando avanti nel mare di Marzamemi e Pachino l’università di
Stanford in collaborazione con Whiting Foundation, la Soprintendenza del mare, Università
Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’assessorato regionale ai Beni culturali e il Comune di
Pachino. Domani venerdì 3 agosto alle 15 sarà inaugurata in piazza Regina Margherita a
Marzamemi una installazione multimediale che sarà la prima di una serie di punti di
osservazione privilegiati del patrimonio culturale sottomarino, che nasceranno in tutto il
centro storico del borgo marinaro nel 2019. Al taglio del nastro saranno presenti l’assessore
regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, il Soprintendete del Mare, Adriana Fresina, il
Soprintendente ai Beni culturali di Siracusa, Calogero Rizzuto, il sindaco di Pachino, Roberto
Bruno, Fabrizio Sgroi della Soprintendenza del mare e Justin Leidwanger, dell’università di
Stanford.
«L’allestimento – ha spiegato Leopoldo Repola, uno dei progettisti – vuole narrare il mare
come luogo esteso di relazione ed eventi, di forze e movimenti tra gli uomini e le terre, vento,
odori, apparente quiete degli abissi. L’allestimento si compone di quattro nodi, uniti dal senso
comune dell’uso del mare ma diversi negli accadimenti, nel rilancio di vite spese sui margini
delle onde».
La prima “barca multimediale” che “salperà” il 3 agosto, considerata il primo “nodo” del
progetto, narrerà del mare come via del commercio. Il mare ha rappresentato per secoli la più
importante via di commercio e di scambio. Le navi hanno mosso di tutto, uomini, metalli,
alimenti, oggetti e architetture, come la chiesa bizantina inabissatasi a Marzamemi, che dalla
Turchia attendeva di comporsi sulle coste d’occidente o dell’Africa, fino al naufragio che ne ha
disperso i pezzi nello spazio infinito, aperto del mare.
Grazie al lavoro svolto dall’ ASAstudio, gli utenti potranno immergersi nel racconto tra suoni,
video e filmati, attraversando i nodi realizzati in legno e che contengono dispositivi
multimediali.
Gli altri “nodi”, che saranno pronti per l’estate del 2019, racconteranno “U mari” da altri punti
di vista: le traiettorie di scambi tra le genti delle epoche preistoriche e protostoriche, l’antica
mattanza dei tonni in Sicilia, e drammatici viaggi della speranza dei migranti.

«Il mare come elemento di interpretazione storica e come elemento naturale – ha dichiarato il
sindaco, Roberto Bruno –, secondo il grande insegnamento storiologico di Fernand Braudel, e
come elemento di comunicazione, ieri come oggi, in grado di veicolare non solo merci e
commerci, ma soprattutto beni e patrimonio culturale. L’attività di scavo condotta in questi
anni ha permesso di riportare alla luce importanti testimonianze storiche che parlano della
vastità del mare Mediterraneo, della centralità della Sicilia e di questo lembo di territorio, e
del persistente scambio commerciale tra le varie sponde del Mediterraneo. Ora questo
patrimonio sarà raccontato. Questo progetto, suggellato dal patto di collaborazione con
Regione Sicilia e Stanford, rappresenterà la consacrazione definitiva di Marzamemi a meta
turistica culturale e naturalistica».

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