Ucciso Salvatore Failla, l’operaio 47 enne di Carlentini rapito nel luglio scorso insieme ad alri colleghi in Libia: lavorava come tecnico per la società di costruzioni Bonatti. Le Forze dell’ordine hanno presieduto la palazzina di Carlentini dove abita la famiglia di Salvatore che, secondo la Farnesina, sarebbe stato ucciso insieme al collega Fausto Piano in un conflitto a fuoco a Sabatra, una regione, nell’ovest della Libia. Gli altri due colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, ritenuti vivi sono ancora nelle mani dei sequestratori. Costernata dal dolore la moglie di Salvatore Rosalba Castro, madre di due ragazze di 22 e 14 anni, che disperata chiede che il suo dolore sia rispettato. “ Se ci sono responsabilità- ha detto la moglie di Failla- a qualsiasi livello, mi auguro che vengano al più presto individuate”. Adesso manca soltanto la conferma ufficiale intanto Roma ha deciso intanto di aprire una inchiesta.
Non sono ancora chiare le dinamiche di quanto accaduto, né se i sequestratori fossero dell’Is. Secondo indiscrezioni, i due ostaggi al momento del conflitto a fuoco stavano per essere trasferiti lontano da Sabrata. La sparatoria apre un nuovo scenario e solleva almeno due dubbi. Le milizie libiche hanno avuto un conflitto con armati dell’Is? Per saperlo, bisognerà attendere l’identificazione delle altre vittime. In quali mani sono gli altri due italiani? Salvatore Failla, saldatore specializzato, prima di essere trasferito in Libia, ha lavorato in Tunisia.

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