La situazione dei lavoratori di Augustea rimane critica e il segretario generale territoriale della Uil Siracusa-Ragusa-Gela Stefano Munafò alza la voce.

L’efficienza per noi è un elemento centrale, non siamo legati al nome dell’azienda ma per quei posti di lavoro che devono essere salvaguardati. Si tratta di tante persone che gestiscono le attività all’interno del porto di Augusta: quando arriva una nuova società occorre sempre mantenere un equilibrio, non si possono effettuare dei tagli pur sapendo che noi subiamo da questa attività un inquinamento marino e di tutto il sistema. Le grandi imprese si devono far carico del livello occupazionale, non è pensabile ad una riduzione perché tante famiglie sarebbero veramente in difficoltà”.

Così il segretario generale territoriale della Uil su una vicenda che rischia di prendere proprio una brutta piega. Pochi mesi fa infatti Rimorchiatori Riuniti aveva acquistato il 100% della siciliana Augustea, imprese marittime e di salvataggi, diventando il primo operatore italiano e del Mediterraneo nel settore del rimorchio marittimo, puntando a espandersi nel Nord Europa e nei Paesi dell’Est ed ex Urss.

La compagnia genovese guidata dalle famiglie Delle Piane e Gavarone aveva chiuso un accordo con la Augustea holding, che fa capo a Raffaele Zagari, aggiudicandosi la società che svolge attività di rimorchio nei porti di Augusta, Siracusa, Catania e Pozzallo utilizzando 16 rimorchiatori di proprietà. Tramite controllate, la società svolge anche attività di rimorchio di altura (principalmente nel Mediterraneo con altri quattro mezzi) e opera con due unità, nell’ambito di un consorzio in uno dei maggiori terminal carbonieri della Colombia.

Ma per Stefano Munafò occorre fare chiarezza e luce sulla vicenda. “Soprattutto se il sindacato rimarrà unitario e sarà disponibile ad affrontare queste problematiche, perché solo marciando tutti verso la stessa direzione – dice Munafò – potremo mettere queste persone nella condizione di vivere: noi teniamo alla sicurezza del porto ma anche e soprattutto al livello occupazionale. La questione del porto di Augusta non può non essere affrontata in maniera seria perché quest’area se non dà spazio all’occupazione stabile diventa un problema, visti i numerosi tagli previsti”.

 

 

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