Via libera dell’Aula della Camera al ddl sul Codice della strada con 163 sì, i voti contrari sono stati 107. Il testo ora passa all’esame del Senato.

“Grande soddisfazione, siamo determinati a salvare vite“ ha commentato il vice premier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.

Non sono mancate, però, le polemiche per il nuovo Codice della Strada, approvato dalla Camera dei Deputati, prima del necessario passaggio al Senato.

Il “sì convinto della Lega“, come racconta Elena Maccanti, relatrice del testo, arriva su un testo che vede il ministro soddisfatto perché “prevede più controlli, più educazione stradale, più rigore“.
Tolleranza zero su chi guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Chi guida col telefonino in mano rischia fino a 1.000 euro e la sospensione della patente, se recidivo. Ma è polemica accesissima sulle novità in tema di autovelox: nel caso in cui si prendano più multe nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un’ora e di competenza dello stesso ente si paga una sola sanzione, quella più grave aumentata di un terzo.

Dal M5s, col deputato Luciano Cantone, parte l’accusa alla maggioranza, “state strizzando l’occhio ai vari Fleximan“. Questo è il nome sotto cui si celano gli autori della catena di sabotaggi agli autovelox su cui Salvini si era espresso (“abbattere gli autovelox non è la soluzione“, aveva detto, occorre “porre fine al far west degli autovelox“).

“State dicendo al cittadino – continua l’esponente dei 5 Stelle – che può correre e accelerare impunemente per 50 minuti dopo la prima multa con l’autovelox“.

Critiche anche dal Pd, “abbiamo votato convintamente contro il codice della strada del Ministro Salvini: una norma che guarda al passato e non al futuro della mobilità, che non raccoglie l’appello dei familiari delle vittime sulla strada a mettere la sicurezza al primo posto, che non affronta i temi della velocità, della disattenzione e del rispetto delle regole“, dice Andrea Casu, membro Pd in commissione Trasporti.
Nel nuovo testo è secco il ‘no’ alle aree urbane a 30 chilometri orari, e si allargano le maglie delle auto a grossa cilindrata che possono guidare i neopatentati.

Un impianto normativo che è “un passo indietro per la tutela della vita umana“ per Paolo Pozzi e Angela Bedoni, genitori di Lucia, investita e uccisa a 17 anni a Melegnano, nel Milanese, fra i protagonisti di una mobilitazione dei parenti delle vittime per lo ‘Stop al codice della strage’.

E la polemica diventa quasi ‘generazionale’ – fra il partito degli automobilisti e quelli della mobilità sostenibile – sul tema scottante di bici e monopattini, con un auspicato aumento delle piste ciclabili e l’obbligo per gli automobilisti di mantenere un metro e mezzo di distanza, ma anche l’obbligo di targa, casco e assicurazione per i monopattini, ma non per le bici, vissuto come una ritorsione contro gli operatori dello sharing: un mix che fa dire a Francesca Ghirra (Alleanza Verdi e Sinistra che “le nuove norme inaugurano le ‘strade insicure'” e individuano “i nemici nelle bici e nella micro mobilità“. 

“Bene su alcol, droga, monopattini e telefonino, male su velocità, ciclabilità e tutela delle strade urbane. Da migliorare la mini sospensione della patente, che riguarderà pochi conducenti“ è il commento dell’Asaps, Associazione sostenitori Amici della Polizia stradale, all’approvazione in prima lettura alla Camera del disegno di legge di modifica del Codice della strada, provvedimento che dovrà passare ora all’esame del Senato.

“Asaps, che ha partecipato alle audizioni in Commissione Trasporti dando un importante contributo alla stesura di alcuni articoli del disegno di legge – sottolinea il presidente Giordano Biserni – apprezza l’inasprimento delle sanzioni per chi guida distratto. Serve da subito la sospensione della patente alla prima violazione, in Italia è prevista infatti solo nei casi di recidivi nel biennio. Peccato – afferma il Presidente Giordano Biserni – che non esista una banca-dati nazionale delle violazioni amministrative, mentre quella sui punti-patente viene spesso aggiornata con grave ritardo. Nel mondo digitale e iperconnesso in cui viviamo è quotidiana l’immagine di chi invia sms, chatta su whatsapp, controlla il profilo facebook, si fa un selfie mentre sta al volante. Distrazioni che spesso si pagano care, anche con la vita”.

Altra priorità per ASAPS è legata alla seconda causa di morte e lesioni in materia di infortunistica stradale, quella della velocità. “Siamo totalmente contrari anche alla sola possibilità di concedere l’aumento dei limiti a 150 km/h su certe autostrade. Ma nessuna concessionaria lo ha mai elevato non ravvisando le condizioni di sicurezza indicate dal Codice. Nessun Paese al mondo sta pensando di farlo.
Ora verifichiamo i fatti concreti. Sicuramente l’elevazione del limite comporterà un maggior consumo i carburanti e un maggior inquinamento. Non si discute“.

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