Non c’è terra all’orizzonte per le tre navi Ong, bloccate bloccate tra Malta e la costa siciliana poco fuori dalle acque territoriali italiane in attesa di un porto sicuro. Sarebbero almeno 17 le richieste finora arrivate per far sbarcare i naufraghi, ma la situazione in mare non cambia. Anzi peggiora.

Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, venerdì 4 novembre è arrivato il primo provvedimento interministeriale sulle navi Ong, firmato dai titolari di Interno, Piantedosi, Difesa, Crosetto e Infrastrutture, Salvini.

A tal proposito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha dichiarato: “Cerchiamo di fare rispettare quello che, secondo noi, è il diritto internazionale“.

“Italia si farà carico solo delle esigenze umanitarie. Per tutto il resto l’obbligo di assistenza dei migranti è in capo ai Paesi di bandiera delle navi“. Ha poi spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, parlando ieri in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Il titolare del Viminale coglie l’occasione per far sapere che c’è un’altra nave, la Rise Above, con 94 profughi a bordo, che si sta dirigendo verso Siracusa. E “ci è stato segnalato un tentativo di rivolta a bordo», aggiunge. Per quanto riguarda le imbarcazioni delle Ong – spiega ancora il ministro – “noi riteniamo che sia un problema che vada condiviso con i Paesi di bandiera. In ossequio ai principi di diritto internazionale, quando si sale a bordo di una nave in acque internazionale è come se si fosse saliti su un’isola sotto l’egida territoriale di quel Paese. E questo dovrebbe far radicare gli obblighi di assistenza“.

Intanto, è sopravvenuta una evacuazione medica per una donna dalla nave Rise Above, della Ong tedesca Mission Lifeline. La migrante, a causa delle sue condizioni di salute precarie, è stata trasportata all’ospedale Umberto I di Siracusa. Insieme con lei è sbarcato anche un giovane, che però non ha problemi di salute. Il giovane ha detto di essere minorenne.

Chiamata in causa dal Governo italiano, poi, la Norvegia per la nave Ocean Viking, con a bordo 234 migranti, che batte, proprio, bandiera norvegese. “Il nostro Paese – ha precisato l’ambasciatore norvegese a Roma, Johan Vibe, in una lettera inviata alla Reuters – non ha alcuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo“.

“Di una nave norvegese si faccia carico la Norvegia. Di una nave tedesca la Germania. Di una nave spagnola se ne faccia carico la Spagna. Gli italiani hanno scelto un governo che si fa rispettare all’estero“, è la netta presa di posizione di Matteo Salvini, che aggiunge: «Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le ong straniere. Sono orgoglioso di aver firmato il provvedimento, insieme ai ministri Piantedosi e Crosetto. Difendere l’Italia non è un reato bensì un dovere», dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il Governo, comunque compatto, tira dritto e impone lo stop alle navi Ong in rada, per il tempo necessario agli eventuali soccorsi. Ma niente di più. 

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