«L’80 per cento degli incidenti stradali ha una concausa. E nella stragrande maggioranza dei casi la concausa è l’alta velocità o la distrazione e cioè l’uso di cellulari mentre si guida». Giuseppe Bisogno, è il capo della Polizia Stradale italiana, che conosce bene anche le «abitudini» degli automobilisti siciliani essendo stato per quattro anni questore ad Agrigento prima di essere nominato appunto, direttore del servizio di Polizia Stradale. E i dati raccolti dai due compartimenti della Polstrada Siciliana che hanno sede a Palermo per la Sicilia Occidentale e a Catania per quella Orientale, raccontano di una realtà più simile ad un campo di battaglia con decine di caduti ogni anno, causati sì da una viabilità spesso insufficiente dal punto di vista della sicurezza ma anche e soprattutto, come ha rilevato lo stesso capo della Polstrada, dalla distrazione, anche dell’uso del cellulare, mentre si guida. I dati del 2017 ci dicono come il numero degli incidenti rilevati dalla Polizia stradale, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia sostanzialmente stabile: 1687 quest’anno, 1680 nel 2016, così come il numero delle vittime (19 sia quest’anno che l’anno scorso). In diminuzione i feriti che sono passati dai 985 del 2016 ai 964 di quest’anno. L’ultima rilevazione disponibile e complessiva è quella elaborata con i dati Istat e Aci, e che sono relativi al 2015. E quel dato, spaventoso, ci dice che in Sicilia si sono verificati in un solo anno quasi 11 mila incidenti stradali, che hanno causato la morte di 225 persone e il ferimento di altre 16.224. È di pochi giorni fa, intanto, l’approvazione in Italia di un emendamento che va ad inasprire le sanzioni nei confronti di chi utilizza lo smartphone alla guida della propria auto. La nuova legge prevede la sospensione della patente alla prima infrazione fino a 3 mesi, periodo che può arrivare a 6 mesi in caso di recidiva. In più, la multa cresce fino a 1.294 euro per la prima infrazione e fino a 2.588 euro per la seconda, mentre i punti decurtati arrivano a 10. Nonostante la continua lotta contro chi ama chattare su WhatsApp o mette un “mi piace” ad un post su Facebook quando è al volante, i casi in cui gli automobilisti vengono “pizzicati” dalle forze dell’ordine sono in costante crescita in tutto il mondo. Una possibile risposta efficace potrebbe provenire da un dispositivo sviluppato da un’ azienda israeliana, la Cellebrite . Si tratta di un “textalyzer”, ovvero di un dispositivo che, una volta collegato allo smartphone del conducente che ha provocato un incidente stradale, è in grado di provare se la persona era o meno al telefono al momento dell’impatto. Si tratterebbe, comunque, di un provvedimento importante per contrastare gli incidenti e i comportamenti più rischiosi, così come ha confermato il vice-Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini: “Sono tre i nodi più significativi che il Governo intende sciogliere per garantire maggiore sicurezza sulle strada. Oltre all’immediata sospensione della patente per chiunque faccia uso di smartphone ed altri dispositivi elettronici durante la guida, abbiamo previsto anche l’obbligo per gli automobilisti di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo dai ciclisti in fase di sorpasso, e l’obbligo di dotarsi di seggiolini con dispositivi anti abbandono di bambini in auto”. Navigazione articoli Augusta, discariche abusive e visita del Commissario Vadalà. Munafò UIL: ” Che non siano solo chiacchiere “ Cantieri autostradali Siracusa – Gela, ripresa lavori lotti da Rosolini a Modica. CISL: ” Solo fumo negli occhi? “